Teatro

Rosalina Neri: “A teatro i fischi aiutano a migliorarsi”

Rosalina Neri
Rosalina Neri

Dicevano fosse identica a Marilyn Monroe, tanto che all’inizio l’accostamento la penalizzò. Una vita piena di sliding doors e di colpi di scena. Come quando la vide Strehler (che andava pazzo per una sua ricetta con il tacchino)…

È salita la prima volta sul palcoscenico a quattro anni. E oggi, che ne ha 81, non accenna a voler scendere. Tra i tanti ruoli è stata la Perpetua ne I Promessi Sposi di Nocita, la celebre Adalgisa a teatro, la suocera rompiscatole nella serie TV Finalmente soli con Gerry Scotti e Maria Amelia Monti.
Dialetto milanese raffinato sempre pronto sottobanco, ironia, vitalità e una costante voglia di teatro: Rosalina Neri ritorna in scena con Je me fut: memorie false di una vita vera. Je me fut, che in francese ha un doppio significato: io ero, oppure io me ne frego. Leggetela come vi pare, fatto sta che lo spettacolo è un assemblaggio elegantissimo di ricordi, di storia e, naturalmente, di vita in teatro.

Per pagarsi le lezioni di canto ha venduto pizzi e per mantenere sé e la figlia ha cantato di notte al Derby di Milano, ha auto-affittato il teatro Gerolamo di Milano per poter recitare e ha addirittura fatto la pubblicità di un caffè a Londra.
Dice di non essere stata proprio “una santa”, ma di fatto ha avuto un unico grande amore, Jack Hylton, un direttore d’orchestra inglese che in quattro e quattr’otto si sposò con un’altra. E da allora ha deciso di rimanere libera (e felice).
 

Questo spettacolo ha come sottotitolo Memorie false di una vita vera: la vita è la sua, ma quanto c’è di vero?
Sì, lo spettacolo racconta la mia storia. Parlo di me stessa e di tutte le cose che ho fatto, da quando ho cominciato a lavorare fino a oggi. In scena, però, interpreto una barbona, senza più una lira, seduta su una panchina in un parco, che parla con una figura immaginaria, raccontandole la sua vita.

Lo sappiamo che delle signore non si dice l’età, ma lei ha appena compiuto 81 anni splendidamente portati ed è ancora fieramente in scena. Qual è il suo segreto?
Gli anni che ho non me li sento. Non so se sia una fortuna, ma io sono molto attiva: leggo molto, preparo i miei recital, lavoro sempre con la testa. Vado in palestra, mi tengo in esercizio, faccio da mangiare: adoro cucinare, Strehler andava pazzo per una mia ricetta speciale col tacchino. Non sono una che passa le giornate a letto, tanto che a volte capita di svegliarmi nel cuore della notte e magari non dormire, perché al buio è più facile pensare alle cose che non funzionano.
 

Rosalina Neri


C’è un ruolo che avrebbe voluto e non è riuscita ad avere e un ruolo che non avrebbe mai voluto fare, a posteriori?
Ho sempre lavorato molto, però non ho mai fatto delle cretinate in scena, come è successo ad alcune mie amiche. Ho passato dodici anni al Piccolo di Milano e ho cantato alla Scala, ma davvero non saprei dire quali fossero i ruoli più adatti a me e quali invece no. Quel che è certo è che ci sono anche tante cose che non ho fatto. Ci vorrebbe un’altra vita!

Walter Chiari, Renato Rascel, Franco Parenti, Giorgio Strehler, Franco Branciaroli, Giustino Durano, Valentina Cortese, Giulia Lazzarini… ha lavorato coi più grandi.  Ci racconta un aneddoto inedito su qualcuno di loro?
A parte il tacchino, ne ho uno su Strehler. Cercava un’attrice e io all’epoca avevo da poco debuttato con L’Adalgisa, di Gadda, quindi non avevo effettivamente un grande repertorio da presentare a un’audizione. Quando sono scesa dal palcoscenico del Lirico di Milano, mi venne incontro e mi disse: “Tu lavorerai con me”. Pochi metri più avanti, un altro attore mi apostrofò con sarcasmo: “Lo dice a tutte, perciò non ci riuscirai mai”. E invece ho fatto La grande magia di De Filippo!
Comunque ho un bellissimo ricordo anche del periodo con Rascel, quando lavoravamo insieme nella commedia musicale Tobia, candida spia di Garinei & Giovannini. Ero molto giovane, avevo 23 anni. Nello spettacolo interpretavo un personaggio simile a Marilyn Monroe: entravo in scena vestita di rosso, un po’ scollata (ride, ndr).
Poi anche Valentina Cortese, una persona di grande umiltà. Credo di essere l’unica che continua ad andare a trovarla, perché ormai non riceve più nessuno. Ma anche di Franco Branciaroli serbo ottimi ricordi: abbiamo lavorato insieme tanti anni fa nell’Ubu Re, di Jarry. Lo considero uno dei più grandi attori italiani.
 

Rosalina Neri


Lei, che in carriera è stata anche fischiata, ha sempre reagito in modo costruttivo. Oggi invece molti attori vivono la critica in modo negativo. Perché secondo lei?
Quante storie! I fischi fanno parte del gioco e aiutano a migliorarsi. Adesso per le attrici è diventato pure di moda dire “Mi hanno violentato”, “Mi hanno fatto questo, mi hanno fatto quest’altro”… Ma è sempre stato così il mondo, eh! E in tutti i campi è così. Ma ormai il mondo è un po’ girato dall’altra parte (ride, ndr).

Oggi chi le piace tra le nuove attrici?
Non faccio nomi, ma una considerazione generale.  Trovo che alcune attrici moderne siano molto brave; altre, invece, sono al minimo della competenza, se consideriamo il livello della recitazione. Ma davvero al minimo.

A chi si sente di dire grazie, oggi?
Ringrazio gli amici che, ancora oggi, mi circondano. Ma devo veramente tanto a una persona: Filippo Crivelli, che mi ha aiutata davvero molto. Poi naturalmente ci sono stati Strehler e tutti gli altri registi con cui ho lavorato, che si sono comportati sempre molto bene, in modo professionale e onesto. E c’è da dire che io non sono mai stata una santa…


Rosalina Neri sarà prossimamente in scena al Teatro Gerolamo di Milano. 
Per INFO, DATE e BIGLIETTI vai alla Scheda dello Spettacolo (Je me fut: memorie false di una vita vera).